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Ansipert: Nessuno/a entrava con occhiali da sole e impermeabile mimetico. Se una ragazza, invece, si sente confusa, come lo ero io a 18 anni, probabilmente si avvicinerà a quel posto convinta di avere una freccia luminosa piantata in testa.
Poetessa-Saffo87 Le serate freelovers sono assolutamente alienanti ed anzi , a mio avviso, incentivano la ghettizzazione e sopratutto "il nascondersi". Si balla ...in luoghi dispersivi , si parla poco e...beh la finalità è trovare "carne" da consumare.
Dominique10: Col tempo la pratica di andare a ballare a queste serate io l'ho man mano ridotta perchè in primis l'ambiente non favorisce conoscenze blande,tranquille che per come la vedo io non devono necessariamente sfociare in sesso,storia,storiella,ect;in secondo luogo le lesbiche soprattutto fanno molto "gruppo" quindi la tipa che non è "facile",alla lunga non se la caga nessuna.
I gruppi organizzati come i freelovers non stanno certamente a farsi il problema dell'integrazione o di eliminare barriere denominate "Ghetto" ma sono fondati sul lucro
Leshiana: a me piace godermi il paesaggio....quando non guido io....e...pensavo...guardando dei paesini arroccati su delle colline, con tanto verde intorno...."ma qui se c'è qualche lesbica o gay, come farà?"
Ansipert: Quello che mi colpisce della tua esperienza Dominique10 è che forse è più comune di quello che credi...purtroppo capita spesso di cercare qualcosa nel posto sbagliato e credere di essere noi quelle sbagliate...mi spiace
SciusceD_aria io mi sento ancora più fuori da una discussione simile perchè mi guardo attorno ma neanche a prima vista tiro fuori da qualcuno quacchecosa
luna1989 paradossalmente però ho notato che nell'amicizia gli etero, sono molto più continuativi, le lesbiche invece sembra vivano aspettando la fidanzata di turno, si isolano, poi quando si lasciano tornano a farsi sentire.
Ansipert: mi sento di quotare in parte...anche se credo che un pò della presunta "continuità" degli etero sia da addebitare a tutta l'impalcatura "ufficiale" che i loro rapporti affettivi, amorosi e non, si tirano dietro. Per fare un esempio, una mia amica ha la stessa comitiva da anni, fatta per lo più da coppie etero, che non si sfalda anche perchè: 1. le coppie stanno insieme da anni, le famiglie si conoscono e anche se le cose non vanno bene piuttosto che lasciarsi, rinunciare alla stabilità e magari emigrare altrove per farsi nuovi amici, si resta ancorati come cozze l'uno all'altra (io sono a conoscenza di situazioni del tipo: non ci tocchiamo da mesi e mesi, mi sono fatta l'amante ma resto col ragazzo storico). 2. pinco è amico di pallo, hanno fatto le elementari insieme, e allora li si invita entrambi sennò fa brutto...etc. etc.
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Ragazze scusate non so usare multiquote ma ho selezionato la sostanza del dibattito, quanto è vero Ansipert che tra “amici storici” si resta ancorati come cozze anche se non c’è più niente da dirsi! e non solo al’interno delle coppie ma anche tra gli amici, le serate sono molto classiche con gli uomini che bevono fanno battute ad alta voce e si vantano di conoscere il vino o l’ultimo libro o l’ultimo film, e le donne che parlano di cucina o della scuola dei figli, e al di fuori da questi incontri collettivi in cui si comunica solo superficialmente e in modo spettacolare se provi a dire in privato a qualcuno che con tuo marito stai una merda ti esorteranno a tacere, perché per tutti è così e non è il caso di rompere le palle, salvo poi cercare di farti rinsavire quando lo molli, poverino, lui così bravo, non se lo meritava proprio.
Quindi un giorno io feci il salto, aiutata dallo sbarco improvviso di una fanciulla importante tornata dal mio passato. Salto senza rete, e immaginate che cosa può essere non avere nessuno con cui parlare, gli amici già per quel che valevano e in più bruciati dalla propaganda negativa dell’uomo abbandonato, altre donne che amano le donne a Napoli non ne conoscevo e non immaginavo neanche che si potessero conoscere, insomma ero sola con i miei casini, in più con la mia storia a distanza, a volte mi sembrava di impazzire.
Arrivare in associazione e scoprire che ci sono decine e decine di donne che amano le donne, poter dire “Amo questa ragazza, questa è la sua foto, soffro perché abita lontano e vorrei stare sempre con lei” (non ridete, lei poi mi ha detto che ero pazza a girare col santino, infatti adesso ho smesso) e sentirsi capita, normale nel sentimento, non giudicata, è una cosa impagabile, e come dice Leshiana siamo fortunate a Napoli ad avere una realtà associativa, perché se sei l’unico gay del paesino arroccato sulla montagna prima o poi ti viene voglia di buttarti giù dalla torre più alta del castello.
Ci si chiede se l’associazione sia un ghetto, per me veramente no, è uno spazio protetto in cui si possono incontrare altre donne, e per quanto mi riguarda nella società etero ci sono già stata abbastanza (e ci sto tutti i giorni per lavoro, nei miei momenti privati preferisco scegliere altro).
Poi per il discorso di creare amicizie vere, profonde, beh lì ci vuole tempo, e magari quando arrivi in associazione è sulla spinta di una solitudine che vorrebbe subito conforto, e quella che puoi avere invece è più una situazione di gruppo, il baretto, la telenovela, la pizza, eppure già ti aiuta a passare la serata in mezzo a persone come te. Può sembrare esagerato, ma già poter stare sedute sul divano in questo ambiente di ragazze mi ha aiutata a calmarmi in un momento un po’ critico, come una bambina che dopo essersi fatta la bua e aver pianto disperatamente si siede vicino alla mamma, tira un po’ su col naso e si consola. E poi comunque quando arrivi in associazione le mods ti accolgono e ti sostengono.
I locali da acchiappanza “una botta e via” mi sembra non interessino alle frequentatrici di questo forum. Che magari sognano tutte di avere una bella storia, anche con la parte carnale perché nessuna qui è Maria Goretti, ma insomma non proprio con la prima venuta. Ma anche lì non è che si possa pianificare a tavolino, “stasera conoscerò la persona della mia vita”, siamo tutte inguaribili sognatrici aiutate dal virtuale che imperversa, poi magari dal vivo abbiamo difficoltà di contatto. Siamo corpi e cuori desideranti ma poi comunichiamo soprattutto col cervello, e qui so che non sto dicendo niente di nuovo.
Al Volver non ci sono mai stata, ero ancora nella melma familiare, ma da quel che raccontate doveva esser bello, peccato! Invece le ragazze del kindergarten (soap lez del venerdì) mi hanno fatto scoprire la Semmai Factory, è un locale che promette, se posso fare pubblicità è a via Salvator Rosa, ha uno spazio esterno e le persone che lo gestiscono sono creative.
E per finire dopo qualche mese che frequento ho anche fatto la tessera arcilesbica, è ancora un passo avanti verso la mia identità.
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