CITAZIONE (raimonda daewoo @ 4/11/2012, 11:08)
A livello fisico per una donna è molto più difficile misurare le sue reazioni davanti a un sesso o a un altro. La nostra risposta sessuale è più complessa di quella dei maschi, nella maggior parte dei casi dobbiamo comunque incoraggiarla noi (a differenza degli uomini) e una ragazza che è così confusa da non riconoscere il suo lesbismo come un dato di fatto quasi automaticamente non è in grado di fare un'analisi oggettiva degli indizi che il suo corpo le dà.
sicuramente è tutto più complesso, ma forse è proprio in virtù di questa complessità che siamo portate a interrogarci e sentiamo il bisogno strisciante di dare risposte alle nostre domande. Non credo che a una donna basti un orgasmo per sentirsi appagata e innamorata. E ormai abbiamo più di uno strumento per lasciarci alle spalle l'idea che per una donna possa essere normale non provare piacere durante il sesso. Il fatto che la componente mentale in una donna abbia tanto peso nel suscitare eccitazione può essere un vantaggio.
Io ho avuto le mie esperienze, partivo da una base inesistente, un bagaglio poverissimo di sperimentazioni...ma non è poi stato tanto complicato capire dove stava il mio cuore e dove il mio sesso nell'intimità. Basta avere il coraggio e la volontà di vedere. Se quelli non ci sono la confusione non è più un problema da risolvere, diventa un alibi a cui appigliarsi.
CITAZIONE (raimonda daewoo @ 4/11/2012, 11:08)
Questo lo sai tu e lo so io. Ma è innegabile che il processo sia più complicato (e costoso) di una normale gravidanza in una coppia etero, per non parlare dell'assenza di modelli, e soprattutto dei discorsi tipo "la società non è pronta e il bambino soffrirebbe", radicatissimi nella mentalità generale. Questi sono fattori che molto facilmente spaventano una lesbica alle prime armi, che magari non si definisce ancora tale, e le fanno desiderare di avere un comportamento eterosessuale per tutto il resto della sua vita.
si ma saperlo non basta. Per me va anche detto "no, il tuo non è l'unico modo di vedere. Questo non è un cancello con fossato che non puoi attraversare, è solo una porta più pesante da aprire. E sia chiaro: quello che c'è dietro non è facile, per nessuno". Se non ci abituiamo neppure noi a vedere queste cose in termini di possibilità non ci sono prospettive per il futuro.
Essere madri è una passeggiata? direi di no, neppure per gli etero. Per noi è un processo più lungo e costoso anche il concepimento, vero. Ma quello che c'è dopo è comunque un percorso lungo (tutta la vita), costoso (se solo pensiamo a quanto costano pannolini e latte in polvere. Poi arriva la scuola, poi i giochi all'ultima moda, i viaggi etc.) e difficile (tutti i figli a un certo punto odiano i genitori, vedono le loro imperfezioni e li giudicano. Danno loro la colpa per i disagi sperimentati, per essere stati bambini troppo grassi o troppo magri, con gli occhiali o i brufoli, troppo ricchi o troppo poveri, troppo intelligenti o troppo stupidi...perchè questa società non è un posto accogliente, non è includente, è una jungla e siamo tutti in balia all'ora della caccia).
Io trovo che prima di fare un figlio tutti, etero e non, dovrebbero farsi due conti e un pò di valutazioni. Non basta avere un utero e dello sperma a portata di mano per essere titolati a fare i genitori. Non avere gli ingredienti pronti, d'altro canto, non basta a stabilire che non si è titolati a fare i genitori.
Per me questo è un discorso più complesso...
Troppo facile dire: il bambino soffrirebbe a priori. E' come dire: con genitori etero sarebbe automaticamente felice. Chimere.